giovedì 17 dicembre 2009

La bambola di pezza - Racconto breve


Un raggio di luce penetrava dalla grande vetrata. Faceva tutto il suo lento tragitto e, puntuale come in tutte le giornate di sole, arrivava ad illuminare il suo piccolo viso. Lei se ne stava lì su quello scaffale, ormai da chissà quanto tempo. Ricordava molto bene il primo giorno quando, assieme a tante altre, era stata esposta: l'euforia appena fuori da quello scatolone buio e claustrofobico, le luci, i suoni, l'allegria... erano tutte pronte ad essere scelte e portate in mille nuove avventure per vivere nuove fantastiche esperienze, sicure di non ritrovarsi mai più al buio.
Ogni giorno lei se ne stava lì, da sola, a guardare giù, con il suo sorriso ormai offuscato dalla polvere, ma sempre con la stessa gioia e la stessa attesa dei primi mesi. Ne aveva vista di gente passare, bambini e bambine che guardavano l'immenso scaffale di giocattoli con la bocca aperta e i loro sognanti occhi spalancati. Ogni tanto pensava che nessuno l'avrebbe mai più scelta in quella miriade di scatole colorate e luccicanti che attiravano l'attenzione dei marmocchi in cerca di felicità. Pensava che, prima o poi, uno dei commessi si sarebbe stancato di vederla lì sopra e le avrebbe tolto anche l'ultima soddisfazione rimasta: osservare tutti i bimbi che passavano davanti a quell'immenso scaffale mentre si illuminavano di gioia, smettendo ogni eventuale broncio, avvolti da quell'aura di felicità e festa che aleggiava lì attorno.
Un giorno, in un momento in cui non prestava attenzione alla gente che passava, un pò più delusa del solito per il tempo che trascorreva inesorabile, sentì la confezione muoversi. Pensò che fosse proprio finita, che si fossero stancati e la stessero per sbattere in un buio magazzino. Attimi di terrore, ansia, panico e paura le avrebbero tolto anche l'ultima piccola gioia rimasta. Furono solo attimi, perchè d'un tratto, quando la mano che la stava trasportando si spostò, apparve un dolce visino di bimba. Due grandi occhi azzurri come il mare, quel mare che aveva sempre visto nelle pubblicità dello scaffale di fronte al suo, lunghi boccoli d'oro che assomigliavano tanto ai capelli della bambola più gettonata dello scaffale. Non ci credeva! Qualcuno l'aveva scelta tra tutte quei giocattoli alla moda! Qualcuno aveva scelto lei, l'ultima bambolina di pezza rimasta.
Era al massimo della felicità, perchè fuori dalla sua confezione di nylon aveva trovato nuovo splendore: la piccola bambina la portava sempre con se, le faceva vedere mondi nuovi e nuove persone. Senza la sua bambola di pezza non andava in nessun posto e non faceva nulla. Con lei si addormentava la sera e si risvegliava al mattino, giocava e pranzava. Erano proprio inseparabili.
La bambola di pezza stava dimenticando velocemente tutti gli anni passati sullo scaffale ad aspettare e non stava più nelle pezze dalla felicità, le mancava solo la parola per poter dire alla sua padroncina quanto tutto questo la rendesse felice, quanto sperasse che quel periodo durasse all'infinito e quanto volesse ringraziarla per averla scelta tra tanti giochi di quello scaffale.
Il tempo passava veloce e tutto sembrava come il primo giorno, una novità, una gioia continua. Sembrava impossibile che potessero esistere giorni tristi e di solitudine come quelli passati sullo scaffale. La bimba e la sua bambola erano inseparabili, come se fossero legate da un filo invisibile che le accompagnava tutti i giorni nelle loro avventure.
Tutto, però, ebbe una strana svolta in occasione del compleanno della bimba. La bambola di pezza già sapeva cosa succedeva in quel giorno, ne aveva già passato indenne uno, aveva gioito e goduto della felicità della bimba che le mostrava i regali ricevuti. Questa volta però tra i regali c'era una nuova sorpresa e, come era iniziata d'incanto, la felicità della bambola di pezza finì...la bimba dagli occhioni azzurri e dai boccoli d'oro era stata ammaliata dalla nuova e più moderna bambola. Non era sudicia come la bambola di pezza che con il passare del tempo aveva raccolto qualcosa di ogni posto in cui la bambina era stata e lo portava impresso a ricordo tra le pieghe delle sue sgualcite pezze. La nuova bambola, con le sue guancette rosee di quel materiale così freddo che non trasmetteva niente, con quei vestitini alla moda che riempivano almeno un altro paio di confezioni, prese il posto della bambola di pezza che tristemente si trovò sul fondo di uno scatolone a guardare uno spiraglio di luce, a sperare di non essere gettata come immondizia e a pensare al tempo passato con la bimba dai boccoli d'oro che non riusciva a dimenticare...


Attesi commenti e critiche.

1 commento:

  1. L'idea mi è piaciuta, curiosa. Ma il finale troppo triste...forse manca un messaggio forte, o forse c'è ed è troppo negativo...cmq scritto abbastanza bene, io da brava figlia di maestra d'italiano correggerei qua e là con sinonimi e frasi più brevi...
    ho apprezzato molto alcune descrizioni ben fatte..
    Cmq ne riparliamo, intanto i miei complimenti per esserti cimentato in questa piccola impresa!

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